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Policy per i territori. Con un gruppo di Fondi autonomi e interconnessi. Per un nuovo welfare comunitario

Policy per i territori. Con un gruppo di Fondi autonomi e interconnessi. Per un nuovo welfare comunitario

Ieri Gaetano Giunta, Segretario Generale della Fondazione di Comunità di Messina ha presentato il nuovo Piano Strategico con le linee guida che ne caratterizzeranno  l’agire futuro

“Nei primi 10 anni, la Fondazione ha messo in campo un lungo processo di ricerca-azione, abbiamo fatto ricerca, sperimentato, provato a costruire modelli nella prospettiva dello sviluppo sostenibile con risultati tangibili. Nei prossimi saremo un ente che eroga una policy complessiva e articolata sui diversi territori in cui operiamo, creando un tessuto con loro e fra di loro”. Un gruppo di Fondi, ognuno autonomo ma correlato agli altri. Come nuclei di condensazione interconnessi. “Con l’idea di fare della trasformazione, della metamorfosi virtuosa un modello politico”.

Gaetano Giunta, Segretario Generale della Fondazione di Comunità di Messina ha indicato ieri le linee di fondo dell’azione futura della Fondazione, nel corso della presentazione del nuovo Piano Strategico. Che pone al centro il contrasto alle diseguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento e ai mutamenti climatici secondo logiche sistemiche. Mettendo in campo, ha sottolineato, “sistemi socioeconomici sostenibili e collegati fra loro che determinino impatti positivi sulle principali aree dei funzionamenti umani: dalla conoscenza alla socialità, dal lavoro all’abitare. Sistemi di welfare di comunità che sviluppano progetti personalizzati per accompagnare le persone più fragili anche a saper riconoscere le opportunità e le alternative”.

L’obiettivo è costruire un nuovo modello di welfare, locale e comunitario, intrecciato economicamente con asset di sviluppo legati alla transizione ecologica e, appunto, mettere in relazione i diversi territori in cui la Fondazione interviene, garantendo così coesione e apertura, scambi di know how, di conoscenza, di risorse umane ed economiche, nella convinzione che solo in sistemi aperti possano verificarsi “le metamorfosi – ha concluso Gaetano Giunta – che la Fondazione ritiene necessarie per contrastare uno sviluppo economico predatorio e così conservare un pianeta adatto all’uomo”.

Tutto questo in una logica di apertura che va oltre Messina e, passando dall’Europa, arriva alla sponda Sud del Mediterraneo, dove l’idea è replicare il modello sinaptico dei sistemi interconnessi a partire dal Marocco e dalla Tunisia. Anche per questo, con modifiche statutarie la Fondazione di Comunità di Messina o.n.l.u.s. diventerà la Fondazione MeSSInA (Fondazione delle Comunità del Mediterraneo Sostenibili e Solidali per l’Inclusione e l’Accoglienza).

I primi nuclei di condensazione esistono già, e sono i Parchi della Bellezza e della Scienza. Forte Petrazza, il Parco Horcynus Orca a Capo Peloro a Messina, Il Parco dei Saperi di Palazzo Biscari a Mirabella Imbaccari, Il Fondo delle Aree Interne di Roccavaldina, Novara di Sicilia, le Querce di Mamre (il Fondo Pia Patini a Salina), luoghi in cui ricerca, cultura, arte, tecnologia, processi educativi sono capaci di diventare generativi di metamorfosi urbane e contaminare i territori in modo virtuoso, come è accaduto per esempio a Capo Peloro a Messina. Facendo appello a competenze diverse e interdisciplinari: “alla biodiversità dei soggetti”, ha specificato Giunta. Perché “Ricerca scientifica, Terzo settore, finanza etica, profit, tecnologia, possono collaborare proficuamente. E sono capaci di produrre correlazioni di sistema e far crescere e incontrare conoscenze polivalenti necessarie per giungere a ri-composizioni complesse. La mission: cambiare, in meglio. Con processi che puntano a rilanciare le caratteristiche specifiche e le risorse dei territori producendo sviluppo solidale sostenibile ed equo.  Una cosa che la Fondazione di Comunità di Messina persegue da sempre, e i numeri restituiscono un quadro di impatto importante: “Nei primi 10 anni della nostra vita – ricorda il Segretario Generale della Fondazione di Comunità di Messina – abbiamo sostenuto e finanziato la fase di start up di circa 120 imprese, con 400 posti di lavoro creati o consolidati, di cui quasi 100 persone altamente svantaggiate, e abbiamo accompagnato circa 700 persone con progetti personalizzati”. Dagli ex internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto fino ad arrivare alle 150 famiglie che hanno lasciato le baraccopoli di Fondo Saccà e Fondo Fucile a Messina, riacquistando il diritto alla casa e a una vita dignitosa.