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Terribìlio di Mare

Terribìlio di Mare

Da un’idea di Massimo Barilla, con la regia di Maria Maglietta e l’elaborazione drammaturgica Massimo Barilla – Maria Maglietta, produzione di Mana Chuma Teatro (2001), debutta in occasione dell’inaugurazione del Parco Horcynus Orca.

La guerra, la seconda, mondiale e terribile, è ormai finita e fa da sfondo con le sue distruzioni al paesaggio. Le donne cominciano con un lamento ai ferriboat ormai affondati, poi un raccoglitore di ricordi, lo spiaggiatore, farà risvegliare il corpo dell’antieroe ‘Ndrja Cambria che cerca di tornare a casa, cerca barche e donne femminote che gli permettano una traversata, ma il mare è delle fere di cui si dirà la lotta, la puttanaggine, la cattiveria ma pure la dolcezza, l’innamoramento e la seduzione.

Una maga farà spiaggiare ‘Ndrja dall’altra parte, non c’è bisogno di nominare le geografie, c’è sempre un’altra parte del mare dove occorre tornare, “di là” non c’è mai più nulla di ciò che era un tempo, di là c’è un mondo disgregato e straniero. Mentre nello Stretto si alza immensa l’ombra del grande pesce, immortale e sempre morente, l’Orca gigante che si porta a morte sua il mondo intero, Ndrja trova una barca e un sogno di rivincita, irrealizzabile nella realtà, ma possibile nell’ultima gara sulle acque, ultima e non più rimandabile.