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Musica

Musica

Musica Nomade, la sezione musicale dell’Horcynus Festival, contribuisce all’indagine sull’arte, le estetiche e le consessioni con i territori e i bisogni dei popoli. La musica è nomade per definizione. Non ha bisogno, per spostarsi, di passaporti né di permessi di soggiorno e ancor meno di scafisti criminali o leggi per “regolamentare l’immigrazione”. È trasversale alle divisioni geografiche e politiche. Non ha bisogno di appartenere ad una religione, la musica, per cantare la grandezza del Creato. La prima forma di comunicazione inventata dall’uomo, la più ancestrale, non ha bisogno di tecnologia per spostarsi, basta una pelle tesa, una canna con dei fori, una corda in tensione e il messaggio arriva: parla di uomini e donne, delle stagioni della vita, dei sogni di bambini, parla con linguaggio universale non codificato ma intuito da tutti. Ci rammenta che esiste un unicuum culturale, nel quale gli uomini, seppur diversi nella razza, nella lingua e nei costumi, si riconoscono appartenenti ad un’Unica Radice che, partendo dall’Africa, si dirama in tutte le terre portando in esse linfa vitale ma da esse stesse – e questa è la sua unicità – trae altra linfa in un continuum dinamico ed equilibrato appena scalfito dai fatti dell’uomo. La Musica, prima ancora dei costumi, degli idiomi, delle leggende, è il fiore più vistoso della Radice Unica, che ancora resiste alla pressione culturale del consumismo occidentale e che, anzi, da esso trae spunto per rivitalizzarsi. Com’è nello spirito primitivo del nomadismo.

Nella foto, Giovanni Lindo Ferretti in concerto al Parco Horcynus Orca